martedì 4 dicembre 2012

mashal-055.
Brasile di imbroglioni e di ladroni. Epidemia diffusa

mashal-055. Brasile di imbroglioni e di ladroni. Epidemia diffusa

by Georg Moshe Rukacs

Sarà così un po’ dappertutto, ma qui salta subito agli occhi. Bianchi, neri, mulatti, asiatici, misti vari, come sono gran parte dei brasileiri, l’identità brasileira è davvero non nei colori bensì nell’imbroglio e nel latrocinio. È lo spirito brasileiro che è di colore lurido. 

La dittatura poliziesco-militare, colle sue milizie di delinquenti, su cui si è sempre fondato il Brasile, continua, pur coi papaveri civili, destri, centri e sinistri, che mangiano a tutto spiano, alias rubano a man bassa. I militari rubano. I civili pure. Questo regime ha ucciso e sotterrato la cultura, già scadente, e lo stesso pensiero logico, esplicitamente ritenuto un mortale pericolo dall’ultima dittatura militare aperta. Ma anche i civili, ad essa succeduti, e che ne sono divenuti la faccia formale, non appena gli anglo-americani hanno rivoluto una svolta civile, ne hanno avuto e ne hanno terrore.

Al contempo, essa ha inculcato una pseudo identità brasileira fondata sull’onanismo rubo, non capisco un cazzo, dunque sono e sull’odio del foresto (e non solo), cioè dell’altro, del non brasileiro, quando non venga con l’irresistibile bastone anglo-americano e loro clienti cui i brasileiri si debbano comunque sottomettere. Odiano lo stesso, ma ingoiano felici. Di conseguenza, il brasileiro si sente ancora di più assolto quando rubi allo straniero.

Sull’autobus, o su quelli sostitutivi piccoli privati, si sentono in dovere di fregarti sul resto, se cambi pezzi grossi, pur non facendosi problemi a rubarti anche solo pochi spiccioli, pochi centesimi ad ogni occasione. Se non fregano, stanno male. In banca, se sei straniero, si tengono la percentuale. A meno che uno non controlli subito i soldi, sotto il naso del cassiere, inutile lamentarsene dopo. Se lavori, ti promettono una cifra. Poi te ne danno meno, quando addirittura qualche superfurbone neppure ti paga.

Ti promettono tutti cose colossali, sperando che tu faccia loro subito qualche favore, ma poi al massimo ti rifilano delle fregature, oppure nulla. Si fregano anche tra di loro, ma se sei straniero si sentono assolti, anzi benemeriti. Perché pure quando si rubano tra loro si sentono assolti. Ma se rubano allo straniero si dicono che assolvono ad una  missione. Lo straniero, anche poverissimo, è, nel loro immaginario, uno comunque strapieno di soldi.

Negli alberghi, più sono costosi, più guardano in cagnesco il cliente, perché è lo sfruttatore che ha i soldi. Se uno è straniero, non possono non rubare magari anche solo cinque reais se questi chiede di chiamare il taxi. Il portiere chiama il tassista che sovraccarica il cliente per dare cinque o più reais di tangente al portiere. Non che il portiere si arricchisca con quei cinque reais. È il principio: rubo dunque sono. Se l’albergo è da poco, magari un ostello con cameroni collettivi, il personale non si fa problemi a rubare zaini, scarpe etc al cliente che dorme e che è uscito senza blindare tutto con lucchetti, non necessariamente risolutivi.

Ma se uno straniero chiede magari l’aiuto di un dipendente dell’ostello, che crede amico, per trovarsi una sistemazione per qualche settimana o mese, ecco che scatta il meccanismo dell’invidia irresistibile, ‘oh, quanti soldi che hanno quelli’, per cui l’amico cui è stato chiesto magari aiuto col portoghese per navigare sui siti di annunci e far qualche telefonata, non sta bene se nella notte non entra nel camerone dei ricchi imperialisti per rubare loro telefonini e borsellini coi soldi. Se poi sono israeliani, il ladro si sente ancora più sollevato, ‘non solo sono ricchi imperialisti ma pure degli sporchi giudei’. Ah, nessuno lo direbbe ad alta voce, dato che nessuno si fida di nessuno e che la TV para sovietica brasileira è censuratissima ed ortodossissima. Ma non per questo tutti non pensano di tutto e su tutti le cose peggiori e pur senza alcuna base.   

Se poi si è in grandi e costosi hotel, magari lo sanno che non possono andare nella stanza del cliente a rubare. Ma se uno anche solo lascia qualcosa in giro o se la dimentica, inutile che speri di poterla ritrovare. Appunto, un odio infinito e sordido. Il cliente non è l’altro, l’ospite da servire, e che in fondo lascia pure soldi. No, il cliente è il lurido riccastro che ha quello tu non hai per cui deve essere comunque detestato, ...detestato e derubato.

Non che le classi alte siano meglio. Loro detestano chi stia in basso. Rubano, ammazzano, si sentono intoccabili. Proprio per questo ce l’hanno coi delinquenti, quelli che, essendo delle classi basse, non importa se siano ammazzati con colpi alla testa, anche quando disarmati e pure da guardie private, ma se sono in galera è bene ci restino. ‘Meno gente a dormire nelle strade!’ Ecco, che quello ha appena rubato i soldi ai dipendenti che non paga e se chiamato in tribunale si compra per poche decine di reais testimoni per confermare che lui quelli non li ha mai visti, e pure il giudice gli dà manforte, appena fattosi tali parti, corre su facebook a scrivere che non si sognino micro-condoni natalizi, che chi è il galera è meglio vi resti. E costui che è?! Non è un delinquente?! Non dovrebbe stare il galera, ci fosse un poco, non dico di giustizia, ma di normali meccanismi giudiziari?!

Siccome non pagano neppure i salari minimi, che sono meno di 500 dollari, meno di 1’000 reais, R$620 quello federale, superiori quelli di vari Stati della Federazione, non hanno neppure ancora razionalizzato che la settimana lavorativa normale è sulle 44 ore. Il pensiero logico è stato loro sottratto dal regime che lo temeva e lo teme. Non ci arrivano. Non ci riescono. Pure l’informazione è lì, ma non riescono ad accedervi. Ne chiedono 50, 60, 70, di ore, per ‘ottimi salari’. Facendo i conti di straordinari, ore festive ed ore notturne, su cui andrebbero applicate maggiorazioni varie, ecco che i per-loro-ottimi salari sono ben al di sotto dei salari minimi.

Eppure insistono: ‘Io pago ben più del minimo.’ ‘No, tu paghi ben meno. ...È che non capisci un cazzo!’ Chiaro che il dipendente pensi solo a rubare ed a cercarsi non necessariamente un lavoro vero ma un salario vero. I prezzi sono europeo-nordamericani e superiori. I salari sono salari cinesi.

Gli stessi ambienti avvocatizio-giudiziari non sono meglio. Corruzione generalizzata, taglieggi altissimi, anche in situazioni ‘normali’. Se poi siano cause allo Stato, o vi siano di mezzo persecuzioni per cui arrivano Polizie Segrete (gli Squadroni della Morte) a pretendere che il tale sia comunque fregato, ecco che giudici ed avvocati, anche quello del bersaglio (di tali Polizie Segrete / Squadroni della Morte), sono e si fanno apertamente vedere come un’unica associazione mafiosa di Stato.

E non vi sono differenze etniche, di Stati di origine e discendenza, o di colori della pelle. Sono tutti uguali. Tutti delinquenti, e pure malaticci di mente e spirito. Ne v’è differenza che siano privati o dipendenti pubblici. Il dipendente pubblico si conquista automaticamente una posizione mafiosa, in Brasile, da cui taglieggiare gli altri. Il dipendente pubblico, tanto più di umili ed umilissime origine, si sente arrivato e rispettato tanto più taglieggia il prossimo. Da un nulla sono divenuto un umanoide perché rubo all’altro.

Le classi alte rubano perché ‘alte’. Le classi basse perché rubando si sentono in ascesa sociale. Come condimento, v’è da dire che, in genere, nessuno sa far nulla. A che servirebbe? Vivono tranquillamente nell’ignoranza ed i soldi dipendono dalle capacita di arraffo, non dalle conoscenze. Non guadagna tanto chi sappia. Guadagna, tra i professionali e professionisti, chi abbia una posizione di ricatto.

Gli avvocati pubblici, quelli che dovrebbero assistere la gente gratuitamente, date certe condizioni di base del cliente, anche contro lo Stato o le amministrazioni pubbliche, hanno già lo stipendio sicuro per dover lavorare veramente. Per cui, fingono di lavorare. Al massimo assistono, dopo lunghe code, per qualche questione di contratti commerciali chiaramente truffaldini e per null’altro. Se uno deve fare causa allo Stato od amministrazioni pubbliche, non è che un avvocato pubblico stia col cliente, con l’utente, contro lo stesso Stato e rete di potere lo paga in teoria per assistere il cliente anche contro il potere. Che il cliente, se proprio vuole, si paghi un avvocato privato, ...che a sua volta lo fregherà egualmente e per lo stesso motivo (perché si identifica con lo Stato, col potere) oltre perché, con cause infinite, si estorce di più al cliente.

Se uno di paga un avvocato privato, l’avvocato cercherà di prolungare la causa all’infinito, se è contro lo Stato. Tanto il giudice starà sempre col potere contro l’utente. E poi, un avvocato ha speranza di guadagnare di più su cause infinite, col cliente che si senta in dovere di arrivare con soldi per tentare di smuovere le acque, che restano stagnanti. Se le acque veramente si smuovono, se la causa si risolve, il cliente sparisce. Se invece la causa è lunga, gli avvocati possono dire che è complessa e giustificare parcelle da favola. Se sono avvocati che lavorano a percentuale, tireranno invece a fare cause brevi e dove di incassi qualcosa, non il dovuto ma ‘meglio poco subito che fiumi di soldi domani’, che è un altro modo per fregare il cliente. Il brasileiro non ha domani, non vede domani. È per esso sicuro solo quello che si intasca oggi, subito. Se poi lo dice un avvocato, uno ‘che ha studiato’.

Se uno ha un incidente e va in ospedale, gli riattaccheranno ossa ed altro nel modo più sbagliato possibile. Così, uscendone sciancato, domani spenderà dieci volte di più, in cliniche private se può, per farsi rimettere tutto a posto, se mai riuscirà. È la stessa logica per cui le industrie producono, ed i negozi vendono, cose che si rompono subito. Così il cliente ne compra altre.

Il clima è caldo, i salari bassi, eppure i prodotti della terra costano un occhio della testa e sono pure abbastanza disgustosi. Non sanno organizzare e non sanno lavorare. Arrivano ai supermercati ed ai mercati solo delle schifezze. Sei il cliente trovasse delle frutta gustosa e succosa, magari ne comprerebbe meno, pensano. ...Si abitua male... Quella che compra si deteriora pure subito. Ed è a prezzi abbastanza alti.  

Nei supermercati, tutto è in piccole confezioni. Non si trovano fustini di sapone in polvere per lavatrici o grandi contenitori di sapone liquido. È perché il cliente pensi di spendere poco quando le confezioni piccole brasiliane costano quante le confezioni grandi europeo-nordamericane. Ciò vale anche per gli alimenti. Si guardino i prezzi di acciughe ed altre delizie, se mai se ne trovano, l’oro deve costare meno, e si capisce perché sia tutto in confezioni piccolissime. Anzi molte cose sono introvabili, eppure il mare è lì. Anche la pesca è troppo difficile per il brasileiro. E chi importa, per poi inscatolare brasiliano, fa ben lievitare i prezzi per un mercato interno che resta troppo piccolo dati i salari ridottissimi seppur vi siano classi medie ed alte ben ricche.

Non si trovano ricambi. Se una testina di un rasoio elettrico si consuma, ti devi ricomprare tutto il rasoio elettrico. Anzi, in teoria si trovano. Il prezzo è superiore a ricomprasi tutto il ‘macchinario’. È, come logica, un po’ come per le confezioni piccole. Se non ci sono ricambi, ricompri l’aggeggio. Ed i soldi che escono dalle tue tasche vanno nelle tasche del produttore od importatore, e relativa rete di intermediazione.

Se uno straniero investe deve essere affiancato da un brasiliano. Se uno straniero apre un ristorante od un negozio deve ben avere appiccicato qualcuno che gli disorganizzi tutti, lo costringa ad assunzioni inutili e gli rubacchi e rubi il più possibile! Tanto il lavoro costa poco, non perché costi pochissimo, ma perché intanto non pagano neppure il minimo, pur basso. Per cui, a certe ore il personale non basta, mentre ad altre ore ed in altri giorni, la gente se ne sta a far nulla. ‘Tanto costa poco!’ Non lo paghi...

Al padrone dà un senso di possesso essere strapieno di dipendenti, che magari non hanno nulla da fare. Al dipendente brasileiro dà un senso di emancipazione quando non c’è nulla da fare. ‘Tanto che faccio se sto a casa?’ Nessuno a libri in mano. I pochi che ne hanno, si guardino i titoli... Se aspetti un mezzo pubblico, non è che basti aspettare. Sono così disorganizzati che sono troppi. Eppure il prendere uno richiede applicazione ed attenzione, una vera tensione, anche se molti ti sfrecciano sotto il naso senza fermarsi lo stesso.

Una volta sopra un bus, se anche c’è posto a sedere, gli ammortizzatori forse se li sono rubati, per cui si è già abbastanza traumatizzati, senza avere il bisogno di un libro e giornale sui cui ballino gli occhi, mentre sembra di essere dentro un martello pneumatico. Meglio solo in qualche linea metropolitana e di treni leggeri. I prezzi dei biglietti (del passaggio, della corsa, perché non danno biglietto) tendono al salario minimo orario. Vari mezzi hanno costi anche molto superiori.

Non essendo stati capaci di istituire i biglietti a tempo, non hanno potuto organizzare i mezzi con una qualche razionalità. Per cui hanno creato una valanga di autobus da destinazione a destinazione. Se qualcuno deve prendere egualmente due o più mezzi, sono costi impossibili, dato il prezzo di ogni passaggio, a meno che non abbia una specie di carta di pagamento con soldi incorporati (prepagata e ricaricabile). Ma chi paga il passaggio in contanti, ogni volta che cambia mezzo deve ripagare, dato che i biglietti non esistono. E sono cifre da capogiro se rapportate al salario minimo orario. Vi sono categorie che non pagano (studenti, oltre i 65 anni). Ma chi paga... E non vi sono neppure abbonamenti settimanali o mensili come in tutto il mondo. Troppo difficile per il brasileiro. Fregare gli altri è più semplice. Chi lavora, in genere il passaggio lo paga l’impresa, per quanto non sempre tutto. Per cui, le aziende pagano come una tassa abbastanza alta in omaggio alla totale disorganizzazione e costi enormi del trasporto pubblico e di quello privato connesso.     

Le professioni liberali, chi ne faccia parte, sono come tutti gli altri. Non è che in ambiente corrotto e di ladron-delinquenti, eppur malati, vi siano i differenti. Certo vi saranno certo dei singoli differenti. Singoli, non categorie. E non si pensi che chi frequenti chiese e altri luoghi di culto sia meglio della media. 

Chi faccia il prete od il pastore, lo fa solo per arrivismo sociale. Ignoranti e delinquenti con paramenti ‘sacri’. Un vero enigma è come possano formare insegnanti e professori. I religiosi hanno spesso scuole ed università, ma la questione va oltre loro. Visto che anche gli studenti non sembrano avere libri, è un mistero che cosa possano sapere i professori, dato che non è che scendano dal cielo.

Perfino gli sbirri sono impiegati che fanno solo quel che vogliono. Un poliziotto, se non gradisce una denuncia, od una deposizione, non la scrive. Magari, se non ti manda al diavolo, scrive che ti sei presentato, che non hai firmato nulla e che riferirai al giudice.

Frotte di agenti delle varie polizie si appostano e pattugliano le strade, anche con armi lunghe militari. A volta se ne vede qualcuno, a passeggio per i marciapiedi anche del centro imbracciando un fucile miliare con mirino telescopico. Che vadano a caccia di gatti? Non che questa abbondanza sia un maggiore controllo del territorio. Sembra tutto un esercizio di intimidazione, un farsi vedere, che al massimo evita scippi, sempre che lo sbirro o militare non sia voltato dall’altra parte.

Di tanto in tanto, scatenano campagne contro gli ambulanti senza licenza, con migliaia di agenti che presidiano ogni marciapiede visto che gli ambulanti sono dappertutto e che se repressi in un’area si spostano in altre. La sola funzione è pagare stipendi, pagare stipendi a queste masse di militari ed agenti che dunque devono poi fingere di lavorare. Se vai in un commissariato, ci sono decine di poliziotti a far nulla, e per ascoltare magari una decina di persone occorrono varie ore perché c’è solo uno che lavora. Non che gli altri facciano altro. Non fanno nulla.

In più, ci sono, da sempre, vaste reti di informatori e provocatori pagati, sguinzagliati dappertutto. Vengono pagati su base giornaliera, per cui, costoro, ogni giorno, si sentono in dovere di andare a riferire qualcosa su altri, tanto è il timore che, non ricevendo la diaria, siano magari obbligati ad andare a dormire per strada.

Nelle mense pubbliche, dove si mangia con un real, sotto elezioni spunta la minestra e pure piatti e posate nuovi, ed una certa abbondanza di tutto. Ad elezioni finite, sparisce tutto, subito. Neppure danno più i cucchiai, né metallici né di plastica. E compare un cartello che le carenze di attrezzature non permettono di fornire la minestra. Tangenti, ruberie.

Se v’è una coda, più sono poveri più cercano di passare avanti, di sorpassare tutti infilandosi in ogni possibile anfratto, correndo, sgomitando, inventandosi scuse. Non hanno niente da fare. Ma sono ansiosi di passare avanti a tutti. Truffano. Ma restano poveri, poverissimi.

Se  chiedi un favore a qualcuno, magari dopo che gliene hai fatti in abbondanza, ti dirà un sincero sì. È che poi si sottrarrà. Quando ti dirà di cercarlo/a, non si farà trovare. Poi ti dirà di bussare più forte, la prossima volta. Ma se ne sarà previamente uscito/a prima dell’ora in cui lo/la avresti dovuto/a incontrare. Infine, se lo/la trovi in casa, ti dirà affranto/a che sta male. Passato ‘il pericolo’ staranno sempre bene, benissimo, ma ormai hai capito che sono dei parolai e pure infami.

Certo, c’è qualcuno che si sottrae subito. Chiedi una cosa. Ti dicono che vanno a vedere. Spariscono e non li vedi più. Poi, sorridenti come sempre. Beffano e si beffano felici. In particolare, quelli che dicono che aiutano il prossimo, non fanno nulla per nessuno. Tanto meno per te, eppure quando avevano bisogno di qualcosa tu ti attivavi subito. Più sono, a parole,  altruisti, più cercano di rubacchiare all’altro. Sono carogne di natura. Normalità della vita, per loro.

Se ti rivolgi ad un ufficio di collocamento pubblico, dopo magari lunga coda sotto il sole, salvo essere arrivato alle 6 del mattino (ma l’attesa te la fai lo stesso perché anche se hai pochi davanti, devi aspettare che l'ufficio apra), ti mandano ad uno privato ma con un foglio per cui non puoi tornare al pubblico fino a che non sia tornato allo stesso il foglio con l’esito del tentativo. E non che l’agenzia privata, dopo averti fatto compilare ora di questionari, ti risponda subito. Faranno sapere all’azienda che a sua volta dovrà esaminare il tutto. Che fa l’ufficio di collocamento pubblico? Di certo, serve solo a dare lo stipendio a schiere di impiegati che solo guardano gli annunci su internet e fingono di avere databases che non hanno.

Proprio fuori di un ufficio di collocamento del centro, ad aprile 2011 stavano distribuendo un opuscoletto della Alexandra Cristina Costa Thomas & Sergio Gomes Associated Lawyers. Il libretto raccontava di curiosità legali, dal diritto del lavoro a cose quotidiane, ed offriva assistenza legale gratis, in caso di perdita, ed in cambio del 30% sugli incassi in caso di vincita della causa.

I due soci titolari, l’avvocato forse appena più anziano, o meno giovane, e la dottora, di mezza età, alcuni altri avvocati apprendisti, qualche impiegato, in pratica tirano solo a far cassa. Non fanno grandi conti. Anzi la Alex non li sa neppure fare. La buttano sul fatto che il supposto reo ha comunque spese legali per cui magari la vuole chiudere subito, che il denunciante non ci capisce una mazza, per cui vedono, eventualmente d’intesa con l’avvocato dell’altra parte, quello che possono raccattare alla prima seduta, in conciliazione. La ‘logica’ è di raccattare qualche soldo subito. Dato che loro hanno il 30% che non è proprio poco poco. Anche se con procedure regolare magari guadagnerebbero di più, e se poi il denunciante sparisce, se il presunto reo compare con testimoni comprati, etc etc.? Appunto, meglio un ovetto oggi che una gallina dopodomani. Tale è la Alexandra Cristina Costa Thomas & Sergio Gomes Associated Lawyers. Improbabile che altri siano meglio.

Lui ha l’aria di un ragioniere di un ufficio pubblico che scarica il lavoro agli altri. Lei, la dottora, non è da meno ma si dà arie. A qualunque domanda del cliente, lui è imbarazzato, lei conta balle: ‘Aspettiamo i materiali.’, ‘Stiamo facendo accertamenti.’ ‘Mi faccia avere questa informazione che io non trovo perché intanto ci guadagna più lei che io.’ etc etc. Tutte frottole. Non ne frega loro una una pippa. Non è neppure certo che sappiano che fare. Avranno pure studiato qualche libretto e qualche librone all’università. Ma l’impressione che danno è di una ignoranza paurosa che fronteggiano con frasi fatte. Cervelli annacquati che si trovano giustificazioni da bar su tutto. Gli altri sono tutti di passaggio. Ne frega loro ancora meno. Puntano a qualcos’altro. Se tali sono gli avvocati, immaginarsi che siano procuratori e giudici...   

Se sono questioni di Stato (proprie od in servizio compradoro), per cui c’è qualche intervento degli Squadroni della Morte della Polícia Federal o di altro servizio/disservizio di polizia e militare, ecco che in nome del ‘patriottismo brasileiro’, alias di evitarsi guai, alias paure, gli avvocati, come i giudici e qualunque altro, ‘cooperano’, anche contro i loro stessi clienti, chiaramente in illegalità, in crimini di Stato ed altri. Il quieto vivere, o supposto tale, individuale prevale in Brasile come in tutto il mondo. Altro non v’è.

Tra l’altro, in operazioni sporche in servizio compradoro, il governo brasileiro è del tutto ipocrita e codardo. Sebbene ci siano accordi segreti tra il governo brasiliano ed i governi anglo-americani e di tutto il mondo, per cui qualunque persecuzione e crimine contro l’umanità venga chiesto al governo brasiliano esso dà corso alla richiesta, pur in modo del tutto occulto, ecco che il governo brasiliano fa raccontare che esso non ne sa nulla e che si tratta di iniziative individuali di servizi militari e di polizia. Come dire che la Presidenza Federale ed il Governo Federale non controllano i propri corpi militari e di polizia, neppure sulle questioni più delicate. Impossibile! Eppure è quello vorrebbero dare a bere, pur di occultare che sinistri e liberali, il tutto in salsa brasileira, non differentemente dai fascisti, della Presidenza e dei governi brasiliani cooperano attivamente a qualunque richiesta demenzial-delinquenziale dell’Impero e dei suoi vari clienti. ...Banderuole compradore... 

In cambio, l’Impero tace sugli Squadroni della Morte governativi che spadroneggiano in Brasile e sulle sue traballanti condizioni economiche, burocratico-statuali e sociali. Anzi lo dipingono come una terra di grandi opportunità. Dove? ‘Opportunità’ del tutto marginali, e modeste, ed in settori marginali. I centri d’avanguardia del mondo, e pure le sue periferie d’avanguardia, sono altrove. Il Brasile non ha nulla, neppure un grande mercato dato che la povertà dilaga. Per cui, i suoi 200 milioni di abitanti equivalgono ad un mercato di un 40 milioni in Europa e Nord-America. Potenzialità di sviluppo?! A parte bolle immobiliari, che presto scoppieranno, non hanno alcun settore di avanguardia e neppure di medio livello. Turismo ed un po’ di petrolio, e la boria di essere i migliori del mondo, non bastano a nulla.

La TV para-sovietica del Brasile racconta che il mondo sta affondando nella crisi mentre il Brasile sta emergendo come potenza mondiale. ...Un governucolo ed uno staterello compradori... La cosa drammatica, o solo ridicola, è che i brasileiri vi credono. Sputano per strada. Si infilano le dita nel naso ed a lungo, in pubblico. Si soffiano il naso colle dita. Non conoscono le regole igieniche più elementari, neppure negli esercizi commerciali dove trattino con cibarie. ...Potenza mondiale?! Capperi! Tale il livello!

Ovviamente, siccome soffrono tutti di insozzo del cervello, con connessa lobotomizzazione, fin da bambini e da generazioni, da quando erano colonia portoghese, ecco che si sentono tutti brasileiri. Impossibile sapere or immaginare che voglia dire. Non lo sanno neppure loro. Infatti non significa nulla, se non l’evidenziare una patologia, un’esaltazione per essere sempre stati nella merda, continuare ed esserci e restarci anche in futuro. Ma dire a loro stessi ed al mondo, con toni da folli esaltati, che sono brasileiri li assolve da quel che sono, nulla. Non sono nulla.

Fondamentalmente borderline, confondono realtà con desideri. Per cui, vivono in un permanente state of denial, in una condizione di permanente negazione della realtà, pur di quella si svolge sotto il loro naso. La frase ricorrente, insegnata loro fin dalla scuola è: “Da noi queste cose non succedono, ...non più.” ...Succederanno sulla luna...  Non esistono gli squadroni della morte e men che meno c’entra il governo, il potere. Le indagini sui loro assassinii sono bloccate dal caso. No, anzi, non sono bloccate. È solo che non se ne sa nulla ed i colpevoli non si trovano. Il governo è perfetto. Lo Stato pure. Funziona tutto ottimamente. Nessuno frega nessuno. Sono tutti fraterni e si aiutano. Ma non ce n’è neppure bisogno perché non esiste povertà, non esistono frotte che dormono per strada. Neppure sporcizia. Si cammina come su viali lindissimi di una grande villa. Tutti stanno bene e sono ricchissimi. Sono già una potenza mondiale. Lo dice cinquanta volte al giorno la TV mentre sciorina statistiche, o cifre, sui galattici progressi e sugli ancora più colossali investimenti prossimi. È il paradiso terrestre ...e nessuno se ne accorge!